“Heartscapes”
Maggio 2020, Dubai, UAE
Serie di oggetti realizzati con collage, installazione site-specific
“Heartscapes” è una collezione di oggetti, cuori nello specifico, realizzati con materiali recuperati (metro cards, postcards from Art shows), che ho assemblato per un po’ di tempo tra New York e Dubai. Questo lavoro rimanda al processo di analisi introspettiva che ha mosso molti di noi nel periodo di lockdown COVID-19. Per me, alla distanza sociale si è aggiunto il digiuno nel mese del Ramadan. Quindi, esercitare l’autocontrollo, esaminare le abitudini personali e vagliare le priorità ha agevolato un processo di apertura interiore. Il cuore che anelava a connettersi con le persone, ora sembra aver fatto più spazio ad una più alta spiritualità. L’isolamento è emerso come una necessità umana fondamentale, dopo tutto. Il processo di fotografare questi oggetti in luoghi insoliti, dà loro un imprevedibile valore poetico .
La migrazione e la globalizzazione occupano un ruolo fondamentale nella formazione dell’identità artistica di Asma Ahmed Shikoh. Il suo lavoro esplora le dicotomie dell’appartenenza in uno scenario di mobilità e migrazione, ricercando quel senso di appartenenza che supera il luogo specifico, cercando un significato più profondo nelle connessioni fugaci con la città e la sua gente, uno stato di temporanea permanenza. La sua pratica, vicina all’arte relazionale tocca i temi di identità condivisa, giustizia sociale e cittadinanza globale.
www.asmashikoh.com
ENG
“Heartscapes”
May 2020, Dubai, UAE
Collage objects, site-specific installations
“Heartscapes” is a series of collaged objects (hearts), made with found materials that I have been assembling for a while objects collected between New York and Dubai. This work suggests the vigilance and self examination that is happening within all of us during COVID-19. Social Distancing is compounded with fasting in the month of Ramadan for me. Hence, excercising self control, scrutinizing personal habits and sifting through priorities is opening up doors internally. The heart that longed to connect with people, now seems to have made more space for God. Reclusion has emerged as a basic human necessity after all.The process of photographing these objects in unusual places, gives them unpredictable poetic meaning that I am loving.
Asma’s concerns are her immediate surroundings, especially the cities she has lived in. Migration and globalization have played a pivotal role on the formation of her artistic identity. She uses her art making as an opportunity for reinventing herself as she navigates a new cultural landscape.Her personal work explores the dichotomies of ownership within displacement, achieving a sense of belonging while being out of place, setting up home in a state of temporary permanence, searching for deeper meaning in fleeting connections with the city and its people. Her collaborative practice is based on her social landscapes, touching upon themes of shared identity, social justice and global citizenship.