Spazio Y è una pratica di ricerca e sperimentazione nel campo dell’arte contemporanea.
Attivo dal 2014 e radicato nel quartiere romano del Quadraro, collocato nel quadrante sud – est della capitale, Spazio Y annoda due direttrici, l’opera di connessione delle energie creative del contesto romano – e di questo con altre esperienze nazionali – e il lavoro sul territorio, pertanto coinvolgendo anche comunità altrimenti escluse dal fare artistico.
Figura nella Mappa della Roma contemporanea dell’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici, realizzata nel 2024 con l’intento di “fornire una panoramica dei luoghi di Roma – sia noti che talvolta più riservati – la cui programmazione contribuisce alla vitalità della scena artistica contemporanea di Roma, in particolare nel campo delle arti visive e plastiche”. Nel 2019 entra a far parte dei Luoghi del Contemporaneo, progetto della Direzione generale Creatività contemporanea del Ministero della cultura per la mappatura e la promozione della rete dei luoghi dell’arte contemporanea in Italia. Nel 2016 viene inserito nel progetto THE INDIPENDENTdel MAXXI – Museo delle arti del XXI secolo, piattaforma online che mappa le realtà indipendenti più interessanti attive sul territorio nazionale e internazionale.
Nel 2018 è presente nel programma della dodicesima edizione della biennale Manifesta a Palermo, all’interno del progetto Border Crossing, ospitando nella sua sede temporanea palermitana mostre ed eventi collaterali della biennale. Nel 2016 partecipa alla prima edizione di NESXT, fiera torinese dedicata alla produzione artistica e culturale indipendente, nazionale e internazionale.
Spazio Y ha sede all’interno dello studio d’arte OFF1C1NA, in via dei Juvenci, 11.
Dicono di Spazio Y:
“L’avventura dell’arte ha uno spirito, è animata da un’utopia anche sociale, che in definitiva è quella che aleggia in Spazio Y. Si ha voglia e forse anche l’illusione di cambiare le cose con il proprio lavoro, e anche la società; questo è lo spirito che sempre ci ha animati, anche in passato, magari con modalità differenti. In Spazio Y ho rintracciato immediatamente una radicalità che ho riconosciuto come mia, nel vivere la cosiddetta periferia, insomma vi ho riconosciuto uno spirito rivoluzionario che era il mio spirito, quello con cui sono cresciuto, con cui sono arrivato a Roma e che ho cercato di osservare anche negli altri. Quindi capisco benissimo che all’origine di Spazio Y c’è qualcosa di peculiare, non è un caso che siamo qui a festeggiare i suoi dieci anni di attività che ne fanno lo spazio probabilmente più longevo tra tutti gli altri spazi collettivi della Capitale, e ci sarà anche un motivo di questo…”
“Fin dall’inizio l’azione di quello che sarebbe errato definire un collettivo (si tratta piuttosto di una pratica) si è caratterizzata per l’ampiezza delle sue chiamate; momenti corali ad alta partecipazione che di volta in volta hanno visto “giocare” insieme (non manca mai l’aspetto ludico) artisti diversissimi per estetiche e poetiche; i quali lungi dall’essere limitati o inquadrati dalle regole di ingaggio, contribuiscono alla ricchezza e vitalità del tutto proprio in forza della diversità che incarnano. In passato, molto spesso lo stare insieme politico degli artisti si è tradotto in manifesti e decaloghi da condividere, tentativi fallimentari di opporre un noi (omogeneo) a degli io. Può sembrare un ossimoro invocare la singolarità per parlare di percorsi che dichiaratamente combattono l’individualismo e l’isolamento (compresa la solitudine che ne consegue); ma questa in realtà è la precondizione del successo di ogni dispositivo artistico che preveda la partecipazione di altri artisti (prima ancora che di un pubblico). Creare una situazione di gioco, con poche e chiare regole che ciascuno può abitare alla propria maniera, per generare una moltiplicazione dei punti di vista: questo mi sembra l’obiettivo principale di questo tipo di progetti (accanto, ovviamente, al piacere di collaborare e condividere)”.
Giorgio de Finis
“Spazio Y fa un attivismo non decorativo. Io seguo Spazio Y da quando è nato, ho curato una mostra per il Q44 molti anni fa, quest’anno ho partecipato con uno dei manifesti (nds: al progetto Lezioni di resistenza) e questa azione di resistenza mi è sembrata una delle cose più romantiche che ci possano essere oggi. La resistenza Spazio Y la attiva dalla sua nascita e mi piace il fatto che sia un mix tra un UFO atterrato in un luogo, quindi l’arte contemporanea nella periferia, e una rivoluzione gentile che passa per il dialogo con il territorio, che è fondamentale. Spazio Y dura dieci anni perché, credo, a sostenere Spazio Y dall’inizio c’è stato un discorso di cittadinanza profondo e per questo dura e per questo io continuerò a sostenerlo sempre”.
Claudia Pecoraro
Team
Paolo Assenza
Paolo Assenza, nato nel 1974 a Roma dove vive e lavora. Diplomato in Scenografia all’Accademia di Belle Arti di Roma, si forma artisticamente negli anni ’90 a contatto con molti artisti tra cui Bruno Aller, Maurizio Mochetti, gli esponenti del Gruppo Uno e della Scuola Romana di Via degli Ausoni a San Lorenzo. Il suo lavoro si muove trasversalmente dalla pittura all’installazione al video, medium attraverso i quali si sperimenta costantemente pur mantenendo un rapporto prediletto con la pittura, e una poetica rivolta costantemente ad un profondo sentire nel presente. Ha partecipato a numerose mostre nazionali e internazionali e sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private.
Germano Serafini
Germano Serafini nasce a Roma nel 1975, città in cui vive e lavora. Germano Serafini Biografia Arti Visive Il suo principale mezzo espressivo è la fotografia con cui le ricerche si spingono oltre la funzione rappresentativa dello strumento stesso, generando un linguaggio estetico-formale portatore di concetti, idee e visioni. La natura nella sua totalità è la principale protagonista dei suoi scatti, ispiratrice ed esempio da seguire. Le sue ricerche si addentrano nella purezza dell’incondizionato ordine naturale, e si pongono nella linea di separazione tra il visibile e l’invisibile. Lavora principalmente in pellicola in vari formati. Per il bianco e nero utilizza la camera oscura. La matrice fotografica è alla base anche dei suoi lavori di Land Art, installativi e performativi. Ha partecipato in varie residenze tra cui BridgeArt in Sicilia, BocsArt Cosenza e NKD – Nordic Artists’ Centre Dale in Norvegia. Dal 2014 ad oggi, insieme ad un gruppo di artisti romani, nel 2018 inizia la collaborazione con l’artista Marco Victor Romano con il duo Romano|Serafini.
Alessia Simonetti
Alessia Simonetti (Empoli, 1993) vive e lavora a Roma. È curatrice e parte dell’Ufficio Mostre del Chiostro del Bramante. La sua pratica curatoriale è incentrata sulla commistione tra i diversi linguaggi del contemporaneo e indaga la relazione tra arte e spazio pubblico con l’intento di attivare nuove sinergie e creare opportunità di incontro a livello nazionale e internazionale. Co-founder di VIVA Project, collettivo impegnato nell’organizzazione di mostre e iniziative culturali volte a valorizzare il patrimonio locale attraverso la riscoperta del territorio. Tra i progetti figurano “VIVA Coronari. La strada dei sogni” (Roma, 2023). Tra le recenti collaborazioni: Romadiffusa, di BlaStudio (Roma, 2023 – 2024), Arte Fiera (Bologna, 2023) e Artdiners (Roma, 2023).
Ugo Piccioni
Ugo Piccioni (Foligno, 1975) è un artista visivo e progettista culturale che vive e lavora a Roma e in Umbria. Laureato in filosofia all’Università degli Studi di Perugia, ha studiato fotografia alla Scuola Romana di Fotografia, performance art con Franko B alla Foundry di a/political, curatela con Nicolaus Schafhausen alla Salzburg International Summer Academy of Fine Arts, musica nei conservatori di Perugia e L’Aquila e scrittura creativa alla Scuola di scrittura Omero. In qualità di artista visivo ha esposto e performato in Italia, Austria, Estonia, Francia, Israele, Libano e Stati Uniti, intervenendo in fondazioni private, musei pubblici, gallerie e fiere d’arte commerciali e iniziative indipendenti di produzione artistica, quali Cittadellarte di Michelangelo Pistoletto (Biella), RIF | Museo delle Periferie (Roma), Palazzo Collicola Arti Visive (Spoleto), Rocca-Albornoz Museo Nazionale del Ducato di Spoleto, galleria Montoro12 Contemporary Art (Roma-Bruxelles), Boccanera Gallery (Trento), Schema Projects (New York), Curva Pura (Roma), Arte Fiera (Bologna), Centro per l’arte contemporanea Trebisonda (Perugia), Castelnuovo Fotografia, Tallinn Art Week. Nelle vesti più recenti di progettista ha co-curato una manifestazione artistica e partecipato come coordinatore agli Stati generali dell’arte contemporanea in Umbria, entrambi per Palazzo Lucarini Contemporary (Trevi). Il suo lavoro è una indagine della fragilità.
Giulia Fornari
Giulia Fornari (Sora, 1995) lavora tra Roma e Matera. Laureata in Storia dell’arte con un Master in Economia dell’arte è una fotografa e curatrice specializzata nella scrittura e nell’implementazione di progetti europei nell’ambito delle industrie culturali e creative (ICC). Collabora con Materabub in partenariati internazionali per progetti Erasmus + e Creative Europe come Scart (2022), Steam (2022), CulturalBees (2024) e da tre anni segue la produzione del Festival Interdisciplinare MAGMAFEST. Il suo lavoro esplora il modo in cui l’arte può essere coinvolta in questioni sociali urgenti come la rigenerazione urbana, la rivitalizzazione delle aree rurali, l’inclusione sociale e lo sviluppo sostenibile.
Beatrice Favarin
Beatrice Favarin (Varese, 1993) ha conseguito la laurea in Scienze dei Beni Culturali presso l’Università degli Studi di Milano, per poi specializzarsi con una laurea magistrale in Arte, Valorizzazione e Mercato. Nel corso della sua carriera, ha maturato esperienza professionale nel settore della comunicazione per realtà private, sviluppando competenze nella gestione dell’immagine e nella promozione di eventi culturali. Il suo lavoro si concentra sulla valorizzazione dei progetti artistici, creando connessioni tra gli artisti e il pubblico e curando la visibilità online e offline. Il suo impegno è volto a rendere la cultura accessibile e a supportare la crescita del panorama artistico contemporaneo.
Beatrice Ciotoli & Irene Iodice
Laureate in Storia dell’Arte, Beatrice Ciotoli (Ceccano, 1997) e Irene Iodice (Roma, 1999) hanno conseguito un Biennio magistrale in Didattica e Comunicazione dell’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. Nutrendo la stessa visione curatoriale, nel 2022 hanno dato origine a un duo la cui ricerca si concentra sugli aspetti relazionali dell’arte e sulla site-specificity, capaci di stimolare un’operatività interattiva tra artisti e fruitori. All’interno del sistema artistico della Capitale, collaborano con diverse realtà indipendenti tra cui: CONDOTTO48, con il progetto PagineGialle Library, per il quale si occupano di organizzare interventi curatoriali ed editoriali legati in particolare alla sezione espositiva della libreria interna, che diventa spazio di dialogo tra arte, editoria e sperimentazione contemporanea.
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Chi siamo – Spazio Y
Spazio Y è una pratica di ricerca e sperimentazione nel campo dell’arte contemporanea.
Attivo dal 2014 e radicato nel quartiere romano del Quadraro, collocato nel quadrante sud – est della capitale, Spazio Y annoda due direttrici, l’opera di connessione delle energie creative del contesto romano – e di questo con altre esperienze nazionali – e il lavoro sul territorio, pertanto coinvolgendo anche comunità altrimenti escluse dal fare artistico.
Figura nella Mappa della Roma contemporanea dell’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici, realizzata nel 2024 con l’intento di “fornire una panoramica dei luoghi di Roma – sia noti che talvolta più riservati – la cui programmazione contribuisce alla vitalità della scena artistica contemporanea di Roma, in particolare nel campo delle arti visive e plastiche”. Nel 2019 entra a far parte dei Luoghi del Contemporaneo, progetto della Direzione generale Creatività contemporanea del Ministero della cultura per la mappatura e la promozione della rete dei luoghi dell’arte contemporanea in Italia. Nel 2016 viene inserito nel progetto THE INDIPENDENT del MAXXI – Museo delle arti del XXI secolo, piattaforma online che mappa le realtà indipendenti più interessanti attive sul territorio nazionale e internazionale.
Nel 2018 è presente nel programma della dodicesima edizione della biennale Manifesta a Palermo, all’interno del progetto Border Crossing, ospitando nella sua sede temporanea palermitana mostre ed eventi collaterali della biennale. Nel 2016 partecipa alla prima edizione di NESXT, fiera torinese dedicata alla produzione artistica e culturale indipendente, nazionale e internazionale.
Spazio Y ha sede all’interno dello studio d’arte OFF1C1NA, in via dei Juvenci, 11.
Dicono di Spazio Y:
“L’avventura dell’arte ha uno spirito, è animata da un’utopia anche sociale, che in definitiva è quella che aleggia in Spazio Y. Si ha voglia e forse anche l’illusione di cambiare le cose con il proprio lavoro, e anche la società; questo è lo spirito che sempre ci ha animati, anche in passato, magari con modalità differenti. In Spazio Y ho rintracciato immediatamente una radicalità che ho riconosciuto come mia, nel vivere la cosiddetta periferia, insomma vi ho riconosciuto uno spirito rivoluzionario che era il mio spirito, quello con cui sono cresciuto, con cui sono arrivato a Roma e che ho cercato di osservare anche negli altri. Quindi capisco benissimo che all’origine di Spazio Y c’è qualcosa di peculiare, non è un caso che siamo qui a festeggiare i suoi dieci anni di attività che ne fanno lo spazio probabilmente più longevo tra tutti gli altri spazi collettivi della Capitale, e ci sarà anche un motivo di questo…”
Alfredo Pirri
“Fin dall’inizio l’azione di quello che sarebbe errato definire un collettivo (si tratta piuttosto di una pratica) si è caratterizzata per l’ampiezza delle sue chiamate; momenti corali ad alta partecipazione che di volta in volta hanno visto “giocare” insieme (non manca mai l’aspetto ludico) artisti diversissimi per estetiche e poetiche; i quali lungi dall’essere limitati o inquadrati dalle regole di ingaggio, contribuiscono alla ricchezza e vitalità del tutto proprio in forza della diversità che incarnano. In passato, molto spesso lo stare insieme politico degli artisti si è tradotto in manifesti e decaloghi da condividere, tentativi fallimentari di opporre un noi (omogeneo) a degli io. Può sembrare un ossimoro invocare la singolarità per parlare di percorsi che dichiaratamente combattono l’individualismo e l’isolamento (compresa la solitudine che ne consegue); ma questa in realtà è la precondizione del successo di ogni dispositivo artistico che preveda la partecipazione di altri artisti (prima ancora che di un pubblico). Creare una situazione di gioco, con poche e chiare regole che ciascuno può abitare alla propria maniera, per generare una moltiplicazione dei punti di vista: questo mi sembra l’obiettivo principale di questo tipo di progetti (accanto, ovviamente, al piacere di collaborare e condividere)”.
Giorgio de Finis
“Spazio Y fa un attivismo non decorativo. Io seguo Spazio Y da quando è nato, ho curato una mostra per il Q44 molti anni fa, quest’anno ho partecipato con uno dei manifesti (nds: al progetto Lezioni di resistenza) e questa azione di resistenza mi è sembrata una delle cose più romantiche che ci possano essere oggi. La resistenza Spazio Y la attiva dalla sua nascita e mi piace il fatto che sia un mix tra un UFO atterrato in un luogo, quindi l’arte contemporanea nella periferia, e una rivoluzione gentile che passa per il dialogo con il territorio, che è fondamentale. Spazio Y dura dieci anni perché, credo, a sostenere Spazio Y dall’inizio c’è stato un discorso di cittadinanza profondo e per questo dura e per questo io continuerò a sostenerlo sempre”.
Claudia Pecoraro
Team
Paolo Assenza
Paolo Assenza, nato nel 1974 a Roma dove vive e lavora. Diplomato in Scenografia all’Accademia di Belle Arti di Roma, si forma artisticamente negli anni ’90 a contatto con molti artisti tra cui Bruno Aller, Maurizio Mochetti, gli esponenti del Gruppo Uno e della Scuola Romana di Via degli Ausoni a San Lorenzo. Il suo lavoro si muove trasversalmente dalla pittura all’installazione al video, medium attraverso i quali si sperimenta costantemente pur mantenendo un rapporto prediletto con la pittura, e una poetica rivolta costantemente ad un profondo sentire nel presente. Ha partecipato a numerose mostre nazionali e internazionali e sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private.
Germano Serafini
Germano Serafini nasce a Roma nel 1975, città in cui vive e lavora. Germano Serafini Biografia Arti Visive
Il suo principale mezzo espressivo è la fotografia con cui le ricerche si spingono oltre la funzione rappresentativa dello strumento stesso, generando un linguaggio estetico-formale portatore di concetti, idee e visioni.
La natura nella sua totalità è la principale protagonista dei suoi scatti, ispiratrice ed esempio da seguire.
Le sue ricerche si addentrano nella purezza dell’incondizionato ordine naturale, e si pongono nella linea di separazione tra il visibile e l’invisibile.
Lavora principalmente in pellicola in vari formati. Per il bianco e nero utilizza la camera oscura.
La matrice fotografica è alla base anche dei suoi lavori di Land Art, installativi e performativi.
Ha partecipato in varie residenze tra cui BridgeArt in Sicilia, BocsArt Cosenza e NKD – Nordic Artists’ Centre Dale in Norvegia.
Dal 2014 ad oggi, insieme ad un gruppo di artisti romani, nel 2018 inizia la collaborazione con l’artista Marco Victor Romano con il duo Romano|Serafini.
Alessia Simonetti
Alessia Simonetti (Empoli, 1993) vive e lavora a Roma.
È curatrice e parte dell’Ufficio Mostre del Chiostro del Bramante. La sua pratica curatoriale è incentrata sulla commistione tra i diversi linguaggi del contemporaneo e indaga la relazione tra arte e spazio pubblico con l’intento di attivare nuove sinergie e creare opportunità di incontro a livello nazionale e internazionale.
Co-founder di VIVA Project, collettivo impegnato nell’organizzazione di mostre e iniziative culturali volte a valorizzare il patrimonio locale attraverso la riscoperta del territorio. Tra i progetti figurano “VIVA Coronari. La strada dei sogni” (Roma, 2023).
Tra le recenti collaborazioni: Romadiffusa, di BlaStudio (Roma, 2023 – 2024), Arte Fiera (Bologna, 2023) e Artdiners (Roma, 2023).
Ugo Piccioni
Ugo Piccioni (Foligno, 1975) è un artista visivo e progettista culturale che vive e lavora a Roma e in Umbria. Laureato in filosofia all’Università degli Studi di Perugia, ha studiato fotografia alla Scuola Romana di Fotografia, performance art con Franko B alla Foundry di a/political, curatela con Nicolaus Schafhausen alla Salzburg International Summer Academy of Fine Arts, musica nei conservatori di Perugia e L’Aquila e scrittura creativa alla Scuola di scrittura Omero.
In qualità di artista visivo ha esposto e performato in Italia, Austria, Estonia, Francia, Israele, Libano e Stati Uniti, intervenendo in fondazioni private, musei pubblici, gallerie e fiere d’arte commerciali e iniziative indipendenti di produzione artistica, quali Cittadellarte di Michelangelo Pistoletto (Biella), RIF | Museo delle Periferie (Roma), Palazzo Collicola Arti Visive (Spoleto), Rocca-Albornoz Museo Nazionale del Ducato di Spoleto, galleria Montoro12 Contemporary Art (Roma-Bruxelles), Boccanera Gallery (Trento), Schema Projects (New York), Curva Pura (Roma), Arte Fiera (Bologna), Centro per l’arte contemporanea Trebisonda (Perugia), Castelnuovo Fotografia, Tallinn Art Week. Nelle vesti più recenti di progettista ha co-curato una manifestazione artistica e partecipato come coordinatore agli Stati generali dell’arte contemporanea in Umbria, entrambi per Palazzo Lucarini Contemporary (Trevi).
Il suo lavoro è una indagine della fragilità.
Giulia Fornari
Giulia Fornari (Sora, 1995) lavora tra Roma e Matera. Laureata in Storia dell’arte con un Master in Economia dell’arte è una fotografa e curatrice specializzata nella scrittura e nell’implementazione di progetti europei nell’ambito delle industrie culturali e creative (ICC).
Collabora con Materabub in partenariati internazionali per progetti Erasmus + e Creative Europe come Scart (2022), Steam (2022), CulturalBees (2024) e da tre anni segue la produzione del Festival Interdisciplinare MAGMAFEST.
Il suo lavoro esplora il modo in cui l’arte può essere coinvolta in questioni sociali urgenti come la rigenerazione urbana, la rivitalizzazione delle aree rurali, l’inclusione sociale e lo sviluppo sostenibile.
Beatrice Favarin
Beatrice Favarin (Varese, 1993) ha conseguito la laurea in Scienze dei Beni Culturali presso l’Università degli Studi di Milano, per poi specializzarsi con una laurea magistrale in Arte, Valorizzazione e Mercato. Nel corso della sua carriera, ha maturato esperienza professionale nel settore della comunicazione per realtà private, sviluppando competenze nella gestione dell’immagine e nella promozione di eventi culturali. Il suo lavoro si concentra sulla valorizzazione dei progetti artistici, creando connessioni tra gli artisti e il pubblico e curando la visibilità online e offline. Il suo impegno è volto a rendere la cultura accessibile e a supportare la crescita del panorama artistico contemporaneo.
Beatrice Ciotoli & Irene Iodice
Laureate in Storia dell’Arte, Beatrice Ciotoli (Ceccano, 1997) e Irene Iodice (Roma, 1999) hanno conseguito un Biennio magistrale in Didattica e Comunicazione dell’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Roma.
Nutrendo la stessa visione curatoriale, nel 2022 hanno dato origine a un duo la cui ricerca si concentra sugli aspetti relazionali dell’arte e sulla site-specificity, capaci di stimolare un’operatività interattiva tra artisti e fruitori.
All’interno del sistema artistico della Capitale, collaborano con diverse realtà indipendenti tra cui: CONDOTTO48, con il progetto PagineGialle Library, per il quale si occupano di organizzare interventi curatoriali ed editoriali legati in particolare alla sezione espositiva della libreria interna, che diventa spazio di dialogo tra arte, editoria e sperimentazione contemporanea.
Spazio Y – Off1c1na
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