ITA (Scroll down for english)
Nuovo progetto collaborativo che intende riflettere sul concetto di prima necessità e di utilità, rivendicando l’esigenza di espressione personale e l’atto artistico come condizione umana imprescindibile.
Alla luce del recente stravolgimento del concetto di libertà individuale, che ha modificato i modelli di gestione della socialità e del consumo, vogliamo interrogarci su cosa voglia dire prima necessità e su come questa prospettiva influenzi la ricerca degli artisti in questo momento.
L’intento è quello di esplorare nuove modalità espressive in risposta a questo periodo, intraprendendo delle azioni nelle quali l’autonomia delle opere e degli artisti non forniscano soluzioni univoche, ma mostrino nuove angolazioni, differenti possibilità e derive inaspettate.
L’obiettivo è quello di diffondere le opere in modo virale, inserendosi in spazi fisici e nelle pieghe del sistema, attraversando sia luoghi reali che quelli immateriali e virtuali del web.
Il progetto, nato da un’idea di ABC Art Collective, in collaborazione con Spazio Y, Nation 2.0 e con il supporto di Editions Mincione, vede coinvolti artisti eterogenei, invitati a dare il loro contributo alla costruzione di una nuova prospettiva interpretativa del presente.
I materiali pervenuti saranno diffusi, a partire dal 3 maggio , tramite i canali social di Spazio Y (Italia), Nation 2.0 (UAE – Emirati Arabi Uniti), ABC_Artcollective , Editions Mincione (Italia-Belgio) e di tutti i partner e gli artisti coinvolti.
INFO
SPAZIO Y: realtà artistica indipendente dedicata alla ricerca e alla sperimentazione in ambito contemporaneo, piattaforma di ricerca e punto d’incontro e di scambio per artisti e curatori.
ABC_ ARTCOLLECTIVE: collettivo artistico indipendente, dall’identità sconosciuta.
NATION 2.0: è un network globale di artisti e operatori del settore culturale culturali che condivide conoscenze ed esperienze nei rispettivi campi di azione. Permettendo lo scambio tra artisti, creativi, professionisti e istituzioni di tutto il mondo, rompendo i confini e barriere linguistiche.
EDITIONS MINCIONE: Un’altra casa editrice, perché? Per scegliere un’altra visione legata allo studio, alla lettura, ai libri, una visione che non sia polverosa e inibitoria ma che al contrario metta in evidenza l’arte, la piacevolezza, l’arricchimento, la vitalità, la curiosità, che può generare la scrittura con la consapevolezza che non esiste una sola verità.
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MODALITA’ DI PARTECIPAZIONE
La partecipazione al progetto sarà su invito.
Agli artisti invitati sarà chiesto di:
inviare un’immagine e/o video dell’opera prodotta, isolata dal un contesto, o collocata/esposta in uno spazio esterno al proprio studio/abitazione, scegliendo di destinarla, per un tempo da te definito, allo spazio pubblico/urbano o a luoghi nei quali è possibile accedere secondo le vigenti normative.
I materiali pervenuti saranno diffusi, a partire dal 3 maggio, tramite i canali social di ABC Artcollective, Spazio Y (Italia), Nation 2.0 (UAE – Emirati Arabi Uniti), Editions Mincione (Italia-Belgio) e di tutti i partner e gli artisti coinvolti.
La documentazione delle opere, in formato digitale, dovrà essere inviata a info@spazioy.com, allegando le seguenti informazioni se possibile in italiano e inglese:
Didascalia (nome e cognome, titolo e tecnica), città in cui l’opera è stata realizzata/esposta, breve spiegazione dell’opera (max. 240 caratteri), bio (max. 160 caratteri), da 2 a 5 foto del lavoro (almeno una orizzontale e una verticale, nella massima definizione possibile), se necessario un video (max. 1 min).
Successivamente alla pubblicazione sul profilo instagram di abc_artcollective, si invitano i partecipanti a divulgare il proprio lavoro anche sui propri profili instagram, inserendo i seguenti tag per consentire al progetto di avere maggiore visibilità: @abc_artcollective, @abcbasicnecessities, @spazioy, @nation2.0, #abcbasicnecessities #abcprimanecessità.
N.B.
- Il proprio contributo dovrà pervenire all’email info@spazioy.com entro il 1 maggio (prima dead line), oppure entro il 15 maggio (seconda dead line).
- Le opere rimarranno di proprietà dell’artista, i partner coinvolti potranno utilizzare le foto e i materiali video pervenuti per diffondere e pubblicizzare l’iniziativa.
- Successivamente potrà essere richiesta l’opera fisica per un’eventuale futura mostra.
ABC Art Collective, SpazioY, Nation 2.0 e Editions Mincione invitano a osservare le disposizioni contenute nel Dpcm8 Marzo 2020, certi che ognuno saprà cogliere il senso di questa sfida.
INFO:
www.spazioy.com
www.mincionedizioni.com
Email:
info@spazioy.com
ENGLISH VERSION
PRIMA NECESSITÀ / BASIC NECESSITIES
New collaborative project that intends to reflect on the concept of basic necessities and the idea of “useful”, claiming the need of personal and artistic expression as an essential human condition.
In light of the recent upheaval of the concept of individual freedom, that modified the management models of sociality and consumption, we want to interrogate ourselves on what basic necessities mean and how this perspective influences the artists’ research in this moment.
Our intention is to explore new means of expression in response to this period, undertaking actions in which the autonomy of works and artists does not produce univocal solutions, but shows new viewpoints, different possibilities and unexpected drifts.
The purpose is spreading works in a viral way, inserting ourselves in physical spaces and in the folds of system both through real places and those immaterial and virtual ones of the Web.
The project, born from an idea of ABC Art Collective, in collaboration with Spazio Y, Nation 2.0 and supported by Editions Mincione, sees the involvement of heterogeneous artists, who are invited to give their contribution for building up a new interpretive perspective of the present.
The material received will be published, from May 3rd, through social media channels of ABC Artcollective , Spazio Y (Italy), Nation 2.0 (UAE – United Arab Emirates), Editions Mincione (Italy-Belgium) and all the partners and artists involved.
INFO
SPAZIO Y : independent artistic reality dedicated to research and experimentation in the field of contemporary art, research platform, meeting point and point of exchange for artists and curators.
ABC_ARTCOLLECTIVE : ndependent artistic collective. The identity of the members is unknown.
NATION 2.0 : Nation 2.0 is a globally connected network of art and cultural players that collectively share knowledge and experiences together in their respective fields. By doing so, it enables easy communication with artists, creatives, professionals and institutions from all over the world, breaking the boundaries and language barriers.
EDITIONS MINCIONE : Another publishing house, why? To choose another vision connected to study, reading, books; a vision that is not dusty and inhibitory but that, on the contrary, highlights art, pleasure, enrichment, vitality and curiosity. A vision that can generate writing through the consciousness that there is not only one truth.
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HOW TO APPLY
The artists invited are asked to send us:
an image and/or a video of your work produced, isolated from its context, or displayed in the external space of your own studio/residence, if you choose, for a time defined by you, to destine it to a public/urban space or to places accessible respecting the current regulations.
The material received will be published, from May 3rd, through social media channels of ABC Artcollective, Spazio Y (Italy), Nation 2.0 (UAE – United Arab Emirates), Editions Mincione (Italy-Belgium) and all the partners and artists involved.
The documentation of the works, in digital format, should be sent to info@spazioy.com, attaching the following information, if possible in Italian and English:
Caption (name and surname, title and technique), city where the work has been realised/exposed, short explanation of the work (max. 240 characters), bio (max. 160 characters), from 2 to 5 photos of the work (at least one in vertical and one in horizontal, at the maximum resolution possible), a video if necessary (max. 1 min).
After the publication on the instagram profile of abc_artcollective, we invite the participants to publish their works also on their instagram profiles, including these tags to allow the project to reach a greater visibility: @abc_artcollective, @abcbasicnecessities, @spazioy, @nation2.0, #abcbasicnecessities #abcprimanecessità.
N.B.
- Your contribution should be emailed to info@spazioy.com by May 1st (first dead line), or by May 15 (second dead line);
- The works will remain artist’s property, the partners involved will be able to use the received photos and video materials to spread and publicise the venture;
- Then, the physical work may be requested for an eventual future exhibition.
ABC Art Collective, SpazioY, Nation 2.0 and Editions Mincione invites to observe the measures contained in the Legislative Decree Dpcm8 Marzo 2020, we’re sure that everyone will know how to capture the sense of this challenge.
INFO:
www.spazioy.com
www.mincionedizioni.com
Email:
info@spazioy.com
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LAVORI PUBBLICATI
#1
Alice Schivardi
GENERAZIONE ANDRÀ TUTTO BENE
Aprile 2020, Roma, Mandrione
Video, durata 55’
“Ho sentito l’assordante rumore del silenzio, mi sono nascosta dietro queste mura antiche per scorgere un raggio di luce”
La ricerca di Alice Schivardi si concentra sul collezionare storie, come approccio volto a catturare e capire le ragioni dei macro-fenomeni sociali. L’artista sperimenta linguaggi diversi che vanno dalla performance al video, dalla scultura agli atti urbani, da installazioni sonore al ricamo su carta permettendole di interiorizzare le esperienze e le analisi a cui si dedica.
ENG
GENERAZIONE ANDRÀ TUTTO BENE
April 2020, Rome, Mandrione
Video, duration 55’
“I heard the deep sound of silence, I have hidden behind these ancient walls to glimpse a ray of light”
Alice Schivardi’s research focuses on collecting stories, as an approach aimed to capture and understand the reasons for social macro-phenomena. The artist experiments with different languages ranging from performance to video, from sculpture to urban acts, from sound installations to embroidery on paper, allowing her to interiorize the experiences and analyses to which she dedicates herself.
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#2
Gisella Chaudry
“Capogiro” – performance
Aprile 2020, Torino, quartiere di Barriera di Milano
Plastica, ferro e legno, video, durata 48’’
Capogiro nasce dalla combinazione di materiali e oggetti domestici con l’intento di descrivere quel senso di vertigine che si crea quando il ritmo del tempo ordinario viene modificato per diventare una “regata” senza punti di riferimento.
Gisella Chaudry (Palermo, Italia, 1989). Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private e nel 2018 con Paolo Grassino fonda la piattaforma @newgapalermo per la promozione delle giovani ricerche artistiche.
ENG
“Dizziness” – performance
April 2020, Turin, Barriera di Milano district
Plastic, iron and wood, video duration 48”
Dizziness comes from the combination of domestic materials and objects with the aim of describing that sense of vertigo that is created when the rhythm of ordinary time is altered to become a “regatta” without reference points.
Gisella Chaudry (Palermo, Italy, 1989). His works are present in public and private collections and in 2018 with Paolo Grassino he founded the @newgapalermo platform for the promotion of young artistic research
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#3
Francesco Albano
“Aureliano Buendía”
Aprile 2020, installata in P.zza San Francesco d’Assisi, Palermo
Resina poliestere, 180 x 25 x 30 cm
“Il mondo era così recente, che molte cose erano prive di nome, e per citarle bisognava indicarle col dito.”
Cent’anni di solitudine, Gabriel Garcia Marquez.
Attraverso l’utilizzo di diversi linguaggi, come il disegno, il video e la scultura, Francesco Albano indaga le pressioni sociali e psicologiche della società contemporanea. Mediante l’utilizzo di materiali plastici riproduce pelle, ossa e deformità anatomiche come strumento critico di espressione del tragico e allusione ad una condizione esistenziale umana.
ENG
“Aureliano Buendía”
April 2020 – it has been installed in P.zza San Francesco d’Assisi, Palermo, Italy
Polyester resin, 180 x 25 x 30 cm
“The world was so recent that many things lacked names, and in order to indicate them it was necessary to point.”
One hundred years of solitude, Gabriel Garcia Marquez.
Through the use of different languages, such as drawing, video, and sculpture, Francesco Albano investigates the social and psychological pressures of contemporary society. Through the use of synthetic materials, he reproduces skin, bones, and anatomical deformities as a critical instrument of expression of the tragic and allusion to a human existential condition.
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#4
Christian Ciampoli
“We’re in a rendering”
Aprile 2020, via 8 marzo, Pescara
Video a colori, durata 1’
Questo intervento risponde ad una necessità di evasione, non tanto un voler fuggire dal luogo in cui mi trovo, quanto l’immaginare l’aria di rivolta.
Un esodo collettivo, i cui soggetti, soffocando nella propria immobilità, trovano un meccanismo di reazione attraverso il segno, il gesto e la comunicazione testuale.
La ricerca di Christian Ciampoli è incentrata sul concetto di sopravvivenza, legata alle origini degli alimenti e alle tracce del loro consumo, i suoi lavori si direzionano verso tematiche quali la produzione del pane, del cibo e l’agricoltura come metafore delle dinamiche sociali e potenziali depositarie della memoria.
Nel 2015 lavora come cuoco in Austria, Olanda e Belgio. Dal 2016 è direttore artistico della galleria indipendente 16 Civico a Pescara.
ENG
“We’re in a rendering”
April 2020, via 8 Marzo (Pescara- Italy)
Video, duration 1′
This intervention responds to a need for evasion, which is not so much a desire to escape from the place where I am, but rather the imagining of the air of revolt. A collective exodus, whose subjects, suffocating in their immobility, find a reaction mechanism through a sign, gesture, and textual communication.
Christian Ciampoli’s research focuses on the concept of survival, linked to the origins of food and the traces of its consumption. His work is directed towards themes such as bread production, food, and agriculture as a metaphor for social dynamics and potential repositories of memory. In 2015 he works as a cook in Austria, Holland, and Belgium. Since 2016 he has been artistic director of the independent gallery 16 Civico in Pescara.
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#5
Marco Emmanuele
“Drawing machine #7” – performance
Aprile 2020, quartiere Montesacro, Roma
Disegni realizzati con drawing machine #7, carboncini e matita su carta 29,7×21 cm ciascuno, video colori,Video 00’58’’
La performance riproduce in forma esperienziale un legame reale, quello tra artista, pubblico e strumento meccanico consentendo paradossalmente, attraverso una limitazione fisica, la costruzione di una relazione mentale, condivisa ed aperta, in un rispetto sinergico. La Drawing Machine è un dispositivo in grado di creare segni poetici seriali a partire dai movimenti dell’artista che, collegato attraverso la macchina alle esperienze di altri soggetti, interagisce con essi nell’intento creativo. La pratica pittorica diventa un’operazione d’ascolto.
Marco Emmanuele realizza opere in ceramica, ferro o vetro, che ruotano intorno ai detriti, agli elementi residuali, testimoni dell’attitudine umana alla colonizzazione dei luoghi, ma anche di un processo entropico di ritorno alla natura. La ricerca più recente verte sulla performance e sulla progettazione di macchine per disegnare, dispositivi in grado di manifestare l’interferenza uomo-macchina, altrimenti definita malfunzionamento.
ENG
“Drawing machine #7” – Performance
April 2020, Montesacro, Rome
Drawings made with drawing machine #7, carbon and pencils on Paper, 29,7×21 cm each one, Video 00’58’’
The performance reproduces in experiential form the real link between artist, audience and mechanical instrument, paradoxically allowing, through a physical limitation, the construction of a mental relationship, shared and open, in a synergical respect. The Drawing Machine is a device capable of creating serial poetic signs starting from the movements of the artist who, connected through the machine to the experiences of other subjects, interacts with them in creative intent. Pictorial practice becomes a listening operation.
Marco Emmanuele creates works in ceramic, iron or glass, which revolve around debris, residual elements, witnesses of the human attitude towards the colonization of places, but also of an entropic process of returning to nature. The most recent research focuses on the performance and creation of drawing machines, devices capable of manifesting human-machine interference, otherwise defined as malfunction.
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#6
Paolo Grassino
“Vuoto a rendere”
Aprile 2020, Ipermercato Via Cigna, Torino
Vetro e legno, 40 x 18 x 18 cm
“Figure senza forma, ombre senza colore,
Forza paralizzata, gesto privo di moto;
Coloro che han traghettato
Con occhi diritti, all’altro regno della morte
Ci ricordano – se pure lo fanno – non come anime
Perdute e violente, ma solo
Come gli uomini vuoti
Gli uomini impagliati”.
(da “Gli Uomini Vuoti”, Thomas Stearns Eliot)
Paolo Grassino, le sue opere sono presenti nei musei di Francia, Spagna, Stati Uniti, Brasile, Cina e Singapore. Nel 2018 fonda @newgapalermo piattaforma di promozione per giovani ricerche artistiche.
ENG
“Empty returnable”
April 2020, Via Cigna market, Turin
Glass and wood, 40 x 18 x 18 cm
“Shape without form, shade without colour,
Paralysed force, gesture without motion;
Those who have crossed
With direct eyes, to death’s other Kingdom
Remember us—if at all—not as lost
Violent souls, but only
As the hollow men
The stuffed men”.
(from “The Hollow Men”, Thomas Stearns Eliot)
Paolo Grassino, his works are present in museums in France, Spain, United States, Brazil, China and Singapore. In 2018 he founded @newgapalermo a promotion platform for young artistic research.
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#7
Adriano La Licata
“To Have the Blue Devils”
Marzo 2020, Via Damiani Almeyda, Palermo
Tagli su carta Blueback incollata su cartellone pubblicitario
La frase To Have the Blue Devils (letteralmente: avere i diavoli blu), può avere diversi significati, come “essere triste, agitato, depresso”. L’espressione, attestata nella lingua inglese a partire dal XVII secolo, si riferiva in origine allo stato allucinatorio che segue alle crisi di astinenza da alcool e droghe.
Da sempre attratto dal mondo dell’invisibile, dalla magia e dalle assurdità della vita quotidiana, Adriano La Licata indaga la sottile linea presente tra ragione e intuizione, il divario tra saggezza e follia. Avvalendosi di un approccio anarchico e giocoso, il suo lavoro abbraccia lo spettatore in un risultato in cui l’ordine del quotidiano viene minato e le sue assurdità rivelate.
ENG
“To Have the Blue Devils”
March 2020, via Damiani Almeyda, Palermo – Italy
Cuts on Blueback paper glued on billboard
The expression To Have the Blue Devils may have different meanings such as “ being melancholic, sad or depressed. The phrase blue devils may also have been derived from Britain in the 1600s, when the term referred to the “intense visual hallucinations that can accompany severe alcohol and drugs withdrawals”.
Always attracted by the invisible world, the magic and the absurdities of the everyday-life Adriano investigates the subtle line between rational and experiential, the gap between wisdom and madness. Charged with a playful and anarchist attitude his work embraces the viewer with an outcome in which the order of the everyday is undermined and absurdities are revealed.
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#8
Saverio Todaro
BIOHAZARD
9 Maggio 2020, Via Giambattista Balbis 1 – Torino
Tessuto, cm 334 x 152
Foto e riprese di Marco Lampis
Ho passato molti giorni del calendario Covid-19 al confine della mia abitazione.
Un balcone da cui il Giudice Imparziale propaga la sua sentenza invisibile e scaglia un monito potente all’umanità.
Stendo una bandiera che dice: Noi non siamo il Centro.
Al momento non ci sono adunate oceaniche.
L’opera recente indaga i nuovi scenari che emergono dalla connessione globale di Internet: l’identità, il sapere, le relazioni sociali, l’economia, la religione, la storia che oggi l’uomo scrive nell’etere.
ENG
BIOHAZARD
May 9, 2020, Giambattista Balbis street 1 – Turin (Italy)
Fabric, cm 334 x 152
Photos and video footage: Marco Lampis
I spent quite a few days of the COVID-19 spell on the edge of my dwelling.
A balcony the Unbiased Judge hands down his invisible sentence from, and mightily warns against humanity.
I display a flag that says: We are not the Center.
No oceanic gatherings at the moment.
The recent work investigates new scenarios emerging from the Global Internet Connection: identity, knowledge, social relationships, the economy, religion, history that man writes on the ether these days.
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#9
Daniele Spanò
“Mery&Diana” – installazione site-specific
Aprile 2020, cortile interno di un palazzo, Via Pietro Rovetti 16 – Roma
Colore acrilico lavabile su superfici preesistenti, diametro 4 m
E se Diana non avesse scagliato la sua freccia contro lo scudo di Mery? E se Apollo, fratello di Diana, non posasse ogni giorno il suo sguardo su quella freccia? Forse non avremmo più il tempo di fermarci ad osservare.
Dopo una formazione da scenografo, Daniele Spanò inizia l’attività di regista e artista visivo soprattutto nell’ambito della performance e della videoarte in cui svolge, in ugual misura, una profonda ricerca e sperimentazione.
Tra i lavori più importanti: Line In the Sand multimedia installation at Made in New York – Media Art Centre (NY City) 2019, Orbis, site-specific installation at Cafesjian Center for the Arts – Yerevan (Armenia) produced and promoted by the Italian Embassy in Armenia in 2019, Quello che non riordo, site-specific installation at Teatro Valle di Roma, celebratory project of William Kentridge’s work: Triumphs and Laments promoted and produced by Teatro di Roma
ENG
“Mery&Diana” – site-specific installation
April 2020, palace’s internal atrium, Via Pietro Rovetti 16 – Rome
Washable colour and acrylic on pre-existing elements, diameter 4 m
What if Diana hadn’t shot her arrow at Mery’s shield? What if Apollo, Diana’s brother, didn’t lay his eyes on that arrow every day? We may have no time to stop and look anymore.
After training as a production designer, Daniele Spanò began to work as a director and visual artist, particularly in performance art and video art, which he approached in equal measure with in-depth research and experimentation.
His most important works include: Line In the Sand, a multimedia installation at Made in New York – Media Art Centre (NY City) 2019; Orbis, a site-specific installation at the Cafesjian Center for the Arts – Yerevan (Armenia), produced and promoted by the Italian Embassy in Armenia in 2019; Quello che non ricordo, a site-specific installation at the Teatro Valle di Roma as a tribute to William Kentridge’s work, Triumphs and Laments
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#10
Elfo
senza titolo
Aprile 2020, esterno, Mantova
Vernice
Con l’aumento delle necessità primarie dettate dalle situazioni d’emergenza, urge una individuazione seria di tali esigenze imprescindibili ed una concretizzazione delle azioni atte a risolverle. Attualmente individuo nella scrematura mentale e visiva di ciò che chiamo “bad art” ovvero arte nociva, la necessità primaria di un’ arte limpida, non obbligatoriamente bella ma necessariamente capace di diffondere messaggi diretti a tale fine.
Elfo inizia a lavorare nel contesto urbano a partire dal 1994, producendo graffiti e virando verso nuovi approcci a partire dal 2003.
Discostandosi dalla più tradizionale concezione di street art, la sua ricerca si inserisce nella cosiddetta nuova scuola del Ready-made, inglobando all’interno del suo lavoro elementi estrapolati dalla comunicazione contemporanea e da internet. Tra i suoi interventi più noti di viral-art First Arrival in collaborazione con Br1, o Home Exchange. Negli anni partecipa a molti festival internazionali e le sue opere sono citate dai maggiori siti di street art del momento come ekosystem.org (EU), woostercollective.com (USA), rebelart (DE) e vandalog.com (USA).
I suoi più recenti lavori tornano a focalizzarsi sul concetto di critica e comunicazione diretta di un messaggio per mezzo di scritte a rullo sul muro.
ENG
Untitled
April 2020, Outdoor, Mantua – Italy
Painting
With the increase of primary needs dictated by emergency situations, there is an urgent necessity for a serious identification of these essential needs and a concrete implementation of actions to solve them. Currently I am dealing in the mental and visual skimming of what I call “bad art” or harmful art, the primary need for a clear art, not necessarily beautiful but inevitably able to spread messages directed for this purpose.
Elfo began working in the urban context in 1994, producing graffiti and turning to new approaches in 2003.
Moving away from the more traditional conception of street art, his research is part of the so-called new school of Ready-made, incorporating in his work elements extrapolated from contemporary communication and the internet. Among his best known interventions of viral-art First Arrival in collaboration with Br1, or Home Exchange. Over the years he has participated in many international festivals and his works are mentioned by the major street art sites of the moment such as ekosystem.org (EU), woostercollective.com (USA), rebelart (DE) and vandalog.com (USA).
His most recent works once again focus on the concept of criticism and direct communication of a message by means of roller writing on the wall.
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#11
Kinkaleri
“is it my world?”, azione con Daniele Bonaiuti e Maria Caterina Frani
8 maggio 2020, Firenze
is it my world? è un progetto di Kinkaleri che semplicemente pone una domanda sulle possibilità politiche ed artistiche dell’individuo, nella ricerca personale e collettiva dell’essere vivente in questo secolo, dove tutto è prossimo al confine, dove le ere si chiudono e ad ognuno è dato il compito di immaginare un futuro.
is it my wold? investe in modo diretto la città, attraversandola in una corsa con bandiera, domanda e testimonianza insieme, un’occasione per tentare di muovere la storia dell’umanità in una direzione diversa da quella che ci ha condotto fin qua.
Kinkaleri nasce nel 1995, la natura dinamica del gruppo ha permesso di consolidare una ricerca creativa originale, riconosciuta sulla scena delle arti performative contemporanee in Italia e all’estero. L’area produttiva di Kinkaleri si sviluppa attraverso itinerari diversificati: spettacoli, performance, installazioni, produzioni video, sonorizzazioni, allestimenti, pubblicazioni. Dal 2001 Kinkaleri ha sede operativa a Prato nello spazioK, il gruppo è formato attualmente da Massimo Conti, Marco Mazzoni, Gina Monaco.
ENG
“is it my world?”, action with Daniele Bonaiuti and Maria Caterina Frani
8 May 2020, Florence, Italy
is it my world? is a project by Kinkaleri that simply asks a question about the political and artistic possibilities of the human being, in the personal and collective research of the individual living being in this century, where everything approaches the border, where the ages end and everyone gets the task of imagining the future.
is it my wold? invests in a direct way the city, crossing it in a race with flag, question and testimony at the same time, an opportunity to try to move the history of humanity in a different direction from the one that has led us here.
Kinkaleri was founded in 1995, the dynamic nature of the group has allowed to consolidate an original creative research, recognized on the contemporary performing arts scene in Italy and abroad. Kinkaleri’s production area is developed through diversified itineraries: shows, performances, installations, video productions, sound, installations, publications. Since 2001 Kinkaleri has had its operative headquarters in Prato in Spazio K, the group is currently formed by Massimo Conti, Marco Mazzoni, Gina Monaco.
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#12
Giovanni Gaggia
“8 maggio 2020” , con Artaud D’Incecco, èòà
Maggio 2020, Casa Sponge, Pergola (PU)
Video, 59’’
8 maggio 2020, racconta la fine di una giornata. Il fumo se ne va e su di esso si appoggiano i suoni di Artaud, un bambino di 8 anni che rientra nello spettro autistico. Il video narra di un dialogo che scandisce il confino e dona al tempo trascorso consapevolezza.
Giovanni Gaggia, nel 2008 fonda Casa Sponge, casale sulle colline marchigiane dove vengono sviluppati progetti curatoriali e interventi artistici. Nel 2016 viene pubblicato il suo libro Inventarium presentato in molte istituzioni italiane, nel 2019 apre con una performance il Padiglione di Beverly Pepper, evento collaterale della 58° Biennale di Venezia.
ENG
“8 maggio 2020”, with Artaud D’Incecco, èòà
May 2020, Casa Sponge, Pergola (PU), Italy
Video, 59’’
8 of May 2020 recounts the end of a day. The smoke flows away and upon it lays the sounds of Artaud, an 8 years old autistic child. The video talks about a dialogue that spells out the confinement and donates awareness to his passed time.
BIO
In 2008 he founds Casa Sponge, farmhouse on the hills of the Marche region where curatorial projects and artistic interventions are developed. In 2016 his book, Inventarium, it is published and presented in many Italian institution, in 2019 he opens the Pavillion of Beverly Pepper with a performance, side event of the 58° Biennale of Venice.
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#13
Erika Nevia Cervo
“Utile”, performance
Maggio 2020, Multicinema Modernissimo, Napoli
Fotografia
Cervo organizza un “quadro” di un quotidiano che non si vede più: la finzione per tornare alla realtà.
Una piccolissima performance fuori ad un cinema (una fila distanziata in un’attesa potenzialmente infinita) immortalata in uno scatto fotografico.
Se l’Italia non è un paese industrializzato l’arte non ha bisogno di assistenzialismo.
Erika Nevia Cervo affronta la riscoperta e rigenerazione del sé attraverso la scultura. Utilizza materiali e medium diversi a seconda delle necessità espressive.
È co-fondatrice dello studio Cervo nel centro storico di Napoli.
ENG
Utile”, performance
May 2020, Multicinema Modernissimo, Naples
Photography
Cervo organizes a “picture” of a daily life scene that will not be seen for a longtime: the fiction to return to reality.
A little performance outside a cinema (a spaced row in a potentially never ending wait) immortalized in a photographic shot.
If Italy is not an industrialized country, art does not need welfarism.
Erika Nevia Cervo’s sculptures focuses on self – rediscovery and self – regeneration.
She uses different materials and mediums according to her expressive needs.
Co-founder of the Cervo studio in the historic center of Naples.
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#14
Fanni Futterknecht
“Wir sind alle Hunde”
Maggio 2020, Vienna
Serie fotografica a colori
“Wir sind alle Hunde” (Siamo tutti cani) è il punto di partenza per un think tank personale avviato durante il blocco europeo relativo all’emergenza Covid 19. Il lavoro riflette sulla protezione della bocca e del naso come metafora di una società che ha fallito in un eccesso di consumismo, di enfasi politica e di parole, e che viene ormai condannata a tacere.
Riferendosi alla maschera come strumento retorico, l’artista tenta di inserire e di far emergere diversi significati in diversi contesti urbani e sociali. Come e in che modo la protezione del naso, divenuta simbolo globale di questa pandemia, ci consente di parlare o ci spinge a non parlare?
Fanni Futterknecht è un’artista visiva con sede a Vienna, muovendosi a cavallo tra la video installazione e la performance, il suo lavoro indaga la complessità delle dinamiche sociali contemporanee, con particolare attenzione ai meccanismi che regolano il comportamento individuale e di gruppo e convertendo tali osservazioni in interpretazioni poetiche.
ENG
“Wir sind alle Hunde”
May 2020, Vienna
Color photo series
“Wir sind alle Hunde“ (We are all dogs) is a starting point for a personal think tank initiated during the Covid 19 crisis and its following lockdown in Europe. It reflects on the mouth nose protection as a political metaphor for a society failing in an abundance of consumption, political intentions, and
words, now doomed to be silenced.
Referring to the mask as rhetorical instrument, the artist tries to place and submerge different meanings in different urban and social surroundings. How and in which way does the mouth nose protection that became a global symbol for this pandemic, enable us to speak or encourages us not to speak?
Fanni Futterknecht is a visual artist based in Vienna, moving between video installation and performance, her work investigates the complexity of contemporary social dynamics, paying particular attention to the mechanisms that regulate individual and group behavior and converting her reflections into poetic interpretations.
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#15
Ignacio Bosch
“The inside part of a costume”
Maggio 2020, Palma de Mallorca, Spagna
Intervento / acrilico
Una delle metafore classiche è quella di confrontare la città con il corpo, intendendola come un organismo vivente; esistono numerose diciture relative all’anatomia umana che vengono applicate alla tessuto urbano, come ad esempio il cuore, il centro nervoso, le arterie, il polmone della città, ecc.
Traendo spunto dal caso di Daniele di Volterra, noto come “Il Braghettone” e incaricato di coprire le parti intime degli affreschi del Giudizio Universale nella Cappella Sistina, “The inside part of a costume” è un intervento che cerca di abbellire e censurare allo stesso tempo, un’azione necessaria che mette in discussione l’impegno artistico e le convenzioni sociali.
Ignacio Bosch è un artista che lavora alla creazione di micromondi narrativi in cui ciascuna delle parti partecipa alla generazione del processo artistico. Combinando la raffinatezza e le insidie della cultura digitale con le sue capacità di rappresentazione, Ignacio Bosch crea scenari e spazi illusori per guidare lo spettatore alla partecipazione. Realtà fittizie a cui rivolgersi per soddisfare la propria curiosità esperienziale intese come altri luoghi dove incontrarsi.
ENG
“The inside part of a costume”
May 2020, Palma de Mallorca, Spain
Intervention / acrylic
One of the classical metaphors is that of comparing the city with the body, understanding it as a living organism; there are numerous expressions related to the human anatomy that are applied to the urban fabric, such as the heart, the nervous centre, the arteries, the lung of the city, etc..
Taking inspiration from the case of Daniele di Volterra, known as “Il Braghettone” and charged with covering the intimate parts of the frescos of the Last Judgement in the Sistine Chapel, “The inside part of a costume” is an intervention that seeks to embellish and censor at the same time, a necessary action that questions artistic commitment and social conventions.
Ignacio Bosch is an artist who works on the creation of narrative micro-worlds in which each of the parties participates in the generation of the artistic process. Combining the sophistication and traps of digital culture with its capacity for representation, Ignacio Bosch creates illusory scenarios and spaces to guide the viewer to participate. Fictitious realities that can be addressed to satisfy one’s experiential curiosity understood as other places to meet.
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#16
Benedetta Galli
“Splashing milk into the parking lot”
Maggio 2020, Perugia
Stop motion, 34’’ Footage e editing di Matteo Fiorucci
Il nostro rapporto con le cose è drasticamente cambiato con lo sviluppo della società dei consumi. E’ cambiato il valore con cui si guardano, si considerano, si scambiano, si sprecano le “buone cose”. Va respinta l’illusione che sia possibile rispondere al cambiamento senza una rivoluzione del sistema.
Dopo l’Accademia di Belle Arti di Perugia e una formazione da restauratrice edile, Benedetta Galli inizia un’attività di ricerca che si focalizza sull’installazione. Nei suoi lavori più recenti c’è un’ampia sperimentazione intorno al concetto multiplo di umanità. Da alcuni anni collabora con l’Associazione arti visive Trebisonda di Perugia.
ENG
“Splashing milk into the parking lot”
Maggio 2020, Perugia, Italy
Stop motion, 34’’ Footage e editing di Matteo Fiorucci
Our relationship with things is drastically changed, with the development of consumer society. The value with whom we observe, treat, trade and waste the “good things”, has changed. The illusion that it’s possible to respond to the replacement without a system revolution, must be rejected.
Benedetta Galli studied at the Academy of Fine Arts in Perugia and trained as a building restorer, she started working mainly with installation. In her most recent works there is a great experimentation with the concept of the multiplicity of humanity. She collaborates with the Visual Arts Association Trebisonda in Perugia.
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#17
Iginio De Luca
Tricolore 2020, azione urbana
10 maggio 2020, Roma
Bandiera stampata
Di fronte al Colosseo ho issato una bandiera italiana in bianco e nero; il basamento su cui poggia, è un tronco d’albero segato che da anni fa da piedistallo spontaneo ai milioni di turisti che si avvicendano per la foto di rito. Al posto dei sorrisi e delle pose studiate adesso c’è il vuoto, il vento e i gabbiani. In quello che doveva essere il centro del mondo, ora c’è un simbolo del dubbio e dell’incertezza.
Artista poliedrico e musicista, negli ultimi anni la sua poetica si è concentrata soprattutto sulla produzione di video, immagini fotografiche, installazioni sonore ma anche di quelli che lui definisce blitz. Ibridando etica ed estetica, tecnologia e azioni comportamentali, Iginio reclama l’interazione con l’ambiente e il pubblico, denunciando, tra ironia e impegno, la crisi di valori di questo nostro tempo.
www.iginiodeluca.com
ENG
Tricolour 2020, Urban action
10 May 2020, Rome, Italy
Printed flag
In front of the Colosseum I hoisted an Italian flag in black and white; the base on which it rests, is a sawed tree trunk that for years has been a spontaneous pedestal for the millions of tourists who come for the ritual photo. Instead of smiles and studied poses there is now emptiness, wind and seagulls. In what was supposed to be the centre of the world, there is now a symbol of doubt and uncertainty.
Polyhedric artist and musician, in recent years his poetics has focused mainly on the production of videos, photographic images, sound installations but also what he calls blitz. Hybridizing ethics and aesthetics, technology and behavioral actions, Iginio claims the interaction with the environment and the public, denouncing, between irony and commitment, the crisis of values of our time.
www.iginiodeluca.com
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#18
Elina Maria Vaakanainen
“THE WAY OUT ”, performance
Aprile 2020, Via Borgo Vico, Como
garbage bags, packing tape, marker, foto Alberto Valli
Silenzio. Sento il bisogno di depurarmi/Ho una pelle che non serve più,
La pelle del mondo.
Mancanza di dialogo./Ho le corde vocali tagliate./Ammutolito. Non mi sento.
Consumare.
Consumare consumare consumare./Consumare vita./Devo respirare.
Usa e getta. Non serve più.
Elina Maria Vaakanainen studia ed esplora i fenomeni e le manifestazioni su/ della seconda pelle. Indaga le relazione psicofisiche e le correnti emotive tra le tensioni interne ed esterne.
ENG
“THE WAY OUT ”, performance
Aprile 2020, Via Borgo Vico, Como
garbage bags, packing tape, marker, foto Alberto Valli
Silence. I feel the need to purify myself/I have a skin that is no longer needed,
The skin of the world.
Lack of dialogue./I have the vocal cords cut./Speechless. I do not feel.
To consume.
Consume consume consume. Consume life/I have to breathe.
Disposable. No longer needed.
Elina Maria Vaakanainen studies and explores phenomena and manifestations on / of the second skin. Investigates the psychophysical relationships and emotional currents between internal and external tensions.
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#19
Andrea Nolè e Mimmo Rubino
“RUN”
Marzo 2020, Potenza
Installazione/acrilico su carta
L’opera, realizzata a meno di 200 metri dalle abitazioni degli autori, è il frutto di una una sovrapposizione tra Ia location ( tre billboard semi abbandonati nel il quartiere popolare anni 60 CEP di potenza ) e una parola internazionale e familiare ad ampio spettro evocativo.
“Corri bambino! Co’-copriti il viso e
cresci da solo. Tu, fuggi al destino”
[ “Lezione” @Tedua_wildbandana ]
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Andrea Nolè e Mimmo Rubino condividono progetti site specific influenzati da Graffitismo, Urban Art e Contemporanea. Con una particolare attenzione al contesto sociale, all’architettura, all’utilizzo della parola e alla messa in discussione delle pratiche tradizionali di Street Art.
ENG
“RUN”
March 2020, Potenza, Italy
Installation/ acrylic on paper
The work, realized within 200 meters from the authors’ homes, is the result of an overlap between the location (three semi-abandoned billboards in the 1960s CEP working-class district) and an international and familiar word with a wide evocative spectrum.
“Run baby! Co’-cover your face and
grow up alone. You, run away from destiny”
[“Lesson” @Tedua_wildbandana ]
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Andrea Nolè and Mimmo Rubino have a common interest in site specific projects influenced by Graffitismo, Urban Art and Contemporanea. With a particular attention to the social context, architecture, the use of the word and the questioning of traditional practices of Street Art.
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#20
Paolo Assenza
SubversiveLoudSpeaker
Aprile/Maggio 2020, quartiere Quadraro, Roma
Video Full Hd – 1′, TNT, Panno Swiffer, amplificatore e diffusore audio
“Subversive LouSpeaker è un dispositivo di sicurezza personale e di pubblica utilità, con la possibilità di diffondere messaggi non rintracciabili, grazie al suo amplificatore e diffusore integrati nella mascherina.
E’ un prodotto adatto a tutte le cellule sovversive, utilizzato per diffondere qualsiasi genere di fonte audio, riesce ad oltrepassare i limiti del distanziamento sociale. è un riattivatore di coscienza critica e di visioni alternative.”
Paolo Assenza, pittore, co-fondatore e membro del collettivo SpazioY.
ENG
Subversive LoudSpeaker – buying tips
April May 2020, Quadraro, Rome, Italy
Video Full Hd – 1′, Swiffer, amplifier and audio speaker
“Subversive LouSpeaker is a personal safety and public utility device, with the possibility of spreading untraceable messages, thanks to its amplifier and diffuser integrated in the mask.
It is a product suitable for all subversive cells, used to spread any kind of audio source, it manages to go beyond the limits of social distancing. It is a reactivator of critical conscience and alternative visions.”
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#21
Giulia Barbano
“Nella natura degli estranei”, installazione
Marzo 2020, strada vicinale Sette Fontane, Enna
Video, 1’
“Essi sono pertanto luoghi vulnerabili, soggetti ad attacchi maniaco-depressivi o schizofrenici; ma sono anche gli unici luoghi nei quali l’attrazione abbia una qualche possibilità di vincere o eguagliare la repulsione”. [Vita liquida, Zygmunt Bauman]
Giulia Barbano nasce a Catania, vive a Palermo, la sua ricerca attuale utilizza la scultura, il video e il collage per investigare la mercificazione del sé attraverso il flusso fenomenico e le costanti analogie dei segni visibili. Ha esposto in varie collettive in ambito nazionale.
ENG
“Nella natura degli estranei”, installation
March 2020, strada vicinale Sette Fontane, Enna, Italy
Video, 1’
“They are therefore vulnerable places, exposed to manic-depressive or schizophrenic fits, but also the only places where attraction stands a chance of outweighing or neutralizing the repulsion.” [Liquid life, Zygmunt Bauman]
Giulia Barbano was born in Catania and lives in Palermo, her current research uses sculpture, video and collage to investigate the being’s commodification through the phenomenal flow and the constant analogies of visible signs. She has exhibited in various collective exhibitions in Italy.
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#22
Tothi Folisi
/ TENT /
2020
dim. Variabili
Nell’autunno del 2012 a margine di un lavoro per la Biennale di Shanghai che raccontava la storia dei viaggi che i Gesuiti siciliani nel VXII secolo compivano verso la Cina realizzai una bandiera, una fusione fra quella cinese e l’europea. Oggi a distanza di quasi otto anni fa parte della mia collezione di panni e tessuti. Le rappresentazioni simboliche provenienti da diversi immaginari naufragano inesorabilmente di fronte la durezza della realtà, il futuro non lo si può prevedere, al massimo lo si può immaginare e in questa inventiva una cosa vale quanto un altra. La libertà individuale, la democrazia, la sicurezza, il controllo, il conflitto e il rifugio. Forse da ora in poi guardare meglio coinciderà col guardare meno.
Tothi Folisi (Sant’Agata di Militello 1979) Attraversa vari media, dalla pittura alle installazioni. La sua ricerca artistica si focalizza spesso sul tema della ripetizione e sui legami fra ritualità e tradizioni, osservazione del paesaggio e azione performativa.
tothi.tumblr.com
ENG
/ TENT /
2020
variable dimensions
In the autumn of 2012, on the occasion of a work realized for the Shanghai Biennale and related to the story of the journeys that the Sicilian Jesuits made to China in the 12th century, I created a flag, a fusion between the Chinese and the European.
Today, almost eight years later, the flag is part of my collection of cloths and fabrics.
A symbolic representations coming from different imaginaries wrecked inexorably in the face of the hardness of reality, the future cannot be predicted, you can only imagine it, and in this imagination one thing is as valid as another.
Individual freedom, democracy, security, control, conflict and refuge. Perhaps from now on looking better will coincide with looking less.
Tothi Folisi (Sant’Agata di Militello 1979) crosses various media, from painting to installations. His artistic research often focuses on the theme of repetition and the links between rituality and traditions, landscape observation and performative action.
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#23
Daniela D’Arielli
Omnia fert aetas
Maggio 2020, Francavilla al Mare (CH)
Video, durata 28’’.
La locuzione latina omnia fert aetas, tradotta letteralmente, significa il tempo porta via tutte le cose. E’ possibile fare memoria e reinventare un rapporto con la natura che non sia utilitaristico? E’ possibile perpetuare i legami tra l’uomo, la natura e il sacro, o di rinnovarli, in una forma adatta all’uomo moderno?L’arte ci può aiutare.
Daniela d’Arielli nella sua pratica artistica multidisciplinare lavora con la pittura, la fotografia, l’installazione. La sua ricerca indaga i concetti di natura e realtà, distorsione e alterazione, ricordo e memoria attraverso l’elemento acqua.
ENG
Omnia fert aetas
May 2020, Francavilla al Mare (CH), Italy
Video duration 28”
The Latin phrase omnia fert aetas, translated in a literal way, means time takes all things away. Is it possible to make memory and reinvent a relationship with nature that is not utilitarian? Is it possible to perpetuate the links between man, nature and the sacred, or to renew them, in a form suitable for the modern man? Art can help.
Daniela d’Arielli in her multidisciplinary artistic practice works with painting, photography, installation. Her research investigates the concepts of nature and reality, distortion and alteration, memory and memory through the element-water.
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#24
Moi Tran
“LIGHT”
Maggio 2020, London
Live action/video 1,13’
Moi Tran nasce in Vietnam del Nord e si trasferisce a Hong Kong, attualmente risiede in Gran Bretagna. Rifugiata durante la guerra del Vietnam, la su storia personale influenzerà i temi che tratta nella sua pratica artistica, spaziando dalla performance, al video, dall’installazione, alla musica, alla scrittura. Moi Tran riceve molti premi internazionali.
E’ del 2019 la sua performance – The Circuit – A Movement Scenario, che esplora l’identità sociale e collettiva delle donne della diaspora dell’Asia orientale, presentata al PQ 2019, poi realizzata al Tai Kwun Hong Kong contemporanea (2020). Tran è scenografa e costumista per teatro, danza, opera e spettacolo dal vivo.
ENG
“LIGHT”
Maggio 2020, London
Live action/video 1,13’
Moi Tran, was born in North Vietnam and moved to Hong Kong, currently living in Great Britain. Refugee during the Vietnam War, her personal history will influence the themes she deals with in her artistic practice, ranging from performance, video, installation, music, writing. Moi Tran receives many international awards.
Her performance, The Circuit – The Circuit – A Movement Scenario, realized in 2019, explores the social and collective identity of women in the East Asian diaspora, presented at FP 2019, then staged at contemporary Tai Kwun Hong Kong (2020). Tran is a set designer and costume designer for theatre, dance, opera and live performance